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Vito Senes, tra autografi e padelle
Prelibatezze e personaggi da copertina tra i tavoli del noto ristoratore
Vito Senes è un giacimento di aneddoti. Nel nuovo ed elegante ristorante affacciato sulle colline della Romangia, tra opere d’arte contemporanea e vetrate luminose, oggetti etnici e composizioni floreali, il massiccio anfitrione di Sennori troneggia con fare sornione e controlla – con l’attenzione di un gatto in esplorazione – ogni mossa del suo staff. L’accoglienza all’ospite è la sua religione: un ristoratore di rango conosce l’arte e la cura dei piccoli particolari. Il locale è popolarissimo tra la gente; il passaparola per un pranzo memorabile, o una cena luculliana da Vito, è un must irrinunciabile. Le specialità famose della casa sono la pasta e fagioli con le cozze e i ceci con gamberi, o la fregola in brodo con astice: ma tante altre ricette saporite ed originali hanno creato la piccola leggenda di questo prestigioso marchio regionale.
Interminabile, l’elenco delle grandi personalità che si siano concesse una deliziosa avventura gastronomica, lontano dalla pazza folla e dal capoluogo turritano. Pensiamo all’inimitabile flauto d’oro di Severino Gazzelloni, per esempio: un uomo semplice ed adorabile, e palato da fine intenditore. Ricordiamo due leggende come il buongustaio Luciano Pavarotti ( complimenti vivissimi al ladruncolo, che ha asportato dall’ingresso la foto-ricordo dell’immortale tenore! ) ed il sublime ballerino e coreografo russo Rudolf Nureyev, che mangiava pochissimo e lentamente. Citiamo l’inafferrabile e misterioso padrone della finanza Enrico Cuccia, e la divina artista lirica Raina Kabaivanska. Nel red carpet sennorese c’è spazio per la bella Elisabetta Canalis e la rossa ed ascetica Milva con la chioma appariscente e la pregiata compagnia di un mito del tango argentino: Astor Piazzolla. Il Pippo Baudo nazionale – tra le pentole ed i mestoli di Vito Senes – una sera memorabile di qualche anno fa aveva fatto preparare una pantagruelica cena a sorpresa alla sua amata d’epoca Katya Ricciarelli, dopo un applaudito recital sassarese del soprano veneto.
Il mondo dello sport individua tra i suoi clienti emeriti l’ex boxeur olimpico Francesco Damiani, il valente pilota di Formula Uno Giancarlo Fisichella, il mister rossonero Massimo Allegri ed il suo antico mentore Giovanni Galeone. Anche gli assi della Grande Inter del Mago Herrera – Luisito Suarez, Mariolino Corso e Tarcisio Burgnich – erano di casa nel locale sennorese, durante le vacanze estive in Sardegna. Da qui sono passati l’eterno e formidabile Gianni Morandi, lo sguardo ieratico e severo del poeta genovese Gino Paoli, la geniale sagacia di Elio, la simpatia ed il carisma di Toto Cutugno, l’allegra simbiosi dei Ricchi e Poveri, l’anima rock dello stravagante Piero Pelù, la verve amabile dei Ricchi e poveri con brunetta al seguito. E poi chi altro? Ricordiamo il critico d’arte Vittorio Sgarbi, l’istrionico talento dell’insuperabile Walter Chiari, lo stralunato humour di Pippo Franco; e la compostezza del governatore lombardo Roberto Formigoni, senza dimenticare il grande scultore sardo Pinuccio Sciola, che ha voluto donare un murale in prova d’artista al suo amato e fedele ristorante della Romangia.
I meriti di questo successo travolgente sono molteplici. Uno di questi è la selettiva scelta dei prodotti biologici e speciali a Km zero, senza badare al prezzo: i profumi e le fragranze delle colline limitrofe, il mare ed il pescato dietro la porta di casa, i prodotti aromatici e mediterranei selezionati con rigore. La cantina è di eccelsa qualità e varietà, con le centoventi etichette regionali ed il tris d’assi proposto dall’esperto padrone di casa: il Turriga, il Marchesedi Villamarina ed il Terre Brune. In cucina i figli d’arte sono degni del grande mestiere paterno: l’autorevole e pignola Giuliana inventa prelibatezze di pasticceria, ed il dolce ed educato Luigi è uno chef di primissimo ordine. C’è una sola persona al mondo, che possa distrarre l’impeccabile Vito Senes dalla cura maniacale verso la propria clientela: è l’adorata nipotina Chiara di tre anni, di tenerezza e vivacità incantevoli.
La scalata verso la vetta dell’eccellenza non è stata facile. L’avventura è cominciata con un diploma all’Istituto Alberghiero, nell’Anno del Signore 1974, dopo una giovinezza spensierata di folli scorribande in una Costa Smeralda ancora vergine ed incontaminata – l’autoradio trasmetteva le note di James Taylor e dei Pink Floyd – ed i primi rudimenti in una gelateria artigianale, e prima dell’esordio felicissimo con la trattoria caratteristica “S’Iscala”. E poi la gloria del suo ristorante per buongustai e gente famosa, famiglie felici e gastronomi in cerca di pietanze speciali. Vito ha un sogno da realizzare: un grande ranch al centro di una campagna verde e silenziosa. Ma è un progetto lontano, come il ricordo del ragazzo ribelle e spensierato che era, e del suo viaggio nella Malesia di Samdokan. Troppi amici dal gusto fine, e tanti personaggi famosi, aspettano ancora di essere coccolati dalla sua naturale simpatia e dai segreti della sua arte.
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