Terremoto Turchia-Siria | Aiutare i bambini a gestire il trauma
È da subito possibile sostenere il progetto nato per aiutare a prevenire il disagio psico-emotivo a lungo termine, specialmente dei bambini
Il terremoto del 6 febbraio e le scosse che continuano a colpire la Turchia e la Siria hanno provocato oltre 40.000 vittime, più di 85.000 feriti e oltre 100.000 sfollati. Di fronte a questa calamità, la Fondazione Patrizio Paoletti ha deciso di intervenire insieme a Fondazione L’Albero della Vita e il centro di ricerca SODIGEM della Anadolu University (Eskişehir, Turchia) per aiutare a prevenire il disagio psico-emotivo a lungo termine, specialmente dei bambini, dare sostegno e accompagnamento nella gestione del trauma subito dopo il disastro per prevenire i danni a lungo termine alla salute mentale e formare i primi soccorritori, gli operatori, il personale coinvolto nelle operazioni e, successivamente, la popolazione stessa a riconoscere e prevenire i sintomi dei comuni effetti traumatici sulla salute mentale.
Unendo gli sforzi in modo sinergico, i partner hanno messo in campo una progettualità condivisa post-emergenziale di medio-lungo termine in grado di coprire le forti necessità di oltre 5.000 famiglie della provincia di Hatay, a 25 km dall’epicentro.
Fondazione Patrizio Paoletti è da sempre attiva con interventi d’emergenza per fornire alle popolazioni colpite da disastri naturali conoscenze e competenze per affrontare e superare la difficoltà, come accaduto per il terremoto in Abruzzo nel 2009, ad Haiti nel 2010, in Emilia Romagna nel 2012, in Centro Italia nel 2017 e ancora a Genova nel 2019 per il crollo del Ponte Morandi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non c’è modo di minimizzare l’impatto che un disastro naturale ha sulle persone e sulle comunità colpite. Tuttavia esistono delle modalità per agire e contenere le problematiche a lungo termine. Secondo l’American Psychological Association, conoscere e riconoscere gli effetti sulla salute mentale è il primo passo per minimizzare i danni. Ignorare i segnali, può portare ad un danno permanente.
Il disastro naturale è una tragedia che porta vittime, feriti, distruzione. Il percorso verso una nuova normalità è spesso lungo e complesso. Anche quando i lutti possono sembrare superati, le ferite sembrano rimarginarsi e le macerie rimosse, il lungo effetto del disastro si fa sentire soprattutto a livello psicologico, lasciando un’impronta persistente nel tempo nelle comunità e nelle famiglie. In particolare, i più colpiti sembrano essere i bambini che sviluppano sintomi di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico. A questi si aggiungono i fattori di stress secondario, in quanto i disastri aggravano problemi preesistenti (come la tensione finanziaria, le sfide genitoriali o i problemi di sviluppo di alcuni bambini) innescando anche una cascata di perdite di apprendimento.
Le azioni ad alto impatto del progetto consistono nel guidare l’adulto nella relazione con i bambini in rapporto al possibile trauma prodotto da un disastro naturale, contenere e ridurre i danni nella popolazione infantile e attivare risorse per la resilienza e la speranza, fornire buone prassi per la gestione del vissuto interiore innescato dalla catastrofe e del suo correlato alto impatto emotivo.
La salute mentale svolge un ruolo importante per la salute fisica, il rendimento scolastico, il comportamento e la qualità della vita a lungo termine. Pertanto è fondamentale intervenire subito per mantenere i bambini al sicuro fisicamente e mentalmente dopo il disastro. E il ruolo degli adulti in questo è determinante.
Per approfondire e sostenere il progetto: