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SARDEGNA MON AMOUR
di Laura Fois
Dall’Afghanistan per Emergency, ora Maso Notarianni ha una nuova sfida: Sardex
Maso Notarianni: “La Sardegna è una terra su cui vale la pena scommettere”
Giornalista non tanto fiero di appartenere alla categoria, inviato in mezzo mondo, è stato il responsabile comunicazione di Emergency e da qualche mese lo è per Sardex S.p.A. In quest’intervista si racconta ed esprime la sua visione sui sardi e sulla Sardegna.«Mi alzo presto la mattina, prendo la moto, vado a Serramanna dove lavoro con tutta la squadra di comunicazione di Sardex, poi decido se rientrare a Cagliari per un aperitivo o perdermi da qualche parte. Piscinas è uno di quei posti». Maso Notarianni è uno dei volti nuovi di Sardex, l’azienda che gestisce undici Circuiti di Credito Commerciale in Italia, di cui dieci replicati sul modello nato e cresciuto in Sardegna Sardex.net, acronimo di Sardinian Exchange Network.
«Mi ha convinto il progetto. Credo che le aziende, le associazioni e i liberi professionisti entrano a far parte di questi Circuiti perché sanno, o prima o poi imparano, che il denaro non è un valore di per sé ma uno strumento per scambiarsi beni e servizi. Diffondiamo e promuoviamo, infatti, un’economia non fondata sull’accumulo e sul possesso dei soldi, ma caratterizzata da relazioni umane e dalla circolazione del credito. Da un certo punto di vista Emergency asso miglia a Sardex perché è un servizio e un prodotto culturalmente diverso, un po’ antagonista rispetto alla cultura dominante. Entrambi reintroducono valori importanti come la solidarietà, la fiducia, l’etica, la pace». Per Emergency ha diretto il giornale Peace Reporter e un mensile (E-ilmensile, diretto insieme a Gianni Mura) che poi ha chiuso «in un momento di grande difficoltà economica in cui si è preferito chiudere un giornale piuttosto che un ospedale».
Cecilia Strada, sua moglie e attuale presidente dell’associazione umanitaria, l’ha conosciuta molto prima di entrare nello staff di Emergency, durante una campagna per un candidato sindaco a Milano. Dal loro amore è nato un figlio. Nel 2001 parte insieme a un team di Emergency per l’Afghanistan e ci tornerà più volte. «L’esperienza l’ho provata a raccontare nei miei articoli e in un libro che ho iscritto insieme a Vauro e ad altri (“Medici di guerra, inviati di pace”). Sono stato testimone di una guerra fatta di bombe lanciate dall’alto, dove il nemico non ti guarda in faccia, ma ho conosciuto tanti afghani e alcuni di loro son diventati dei fratelli per me. Ho visto anche molti esempi di falsificazione delle notizie, di ignoranza e servilismo da parte di alcuni miei colleghi.
È per questo che non vado così tanto fiero del mio tesserino di giornalista». Notarianni è stato inviato o corrispondente per conto di vari giornali in Messico, Nicaragua, Guatemala, Messico, Tunisia, Marocco, Sudan, Iraq, Sierra Leone, Stati Uniti d’America, Repubblica Democratica del Congo. Sarà per tutte queste esperienze che lo si vede spesso e volentieri imperturbabile, sereno, quasi come a dire “ne ho viste di peggio, cosa vuoi che sia, tutto si risolve”. Ha viaggiato tanto e ogni tanto aggiorna il suo blog “Casino Totale”.
Nella sua biografia scrive: “Ho imparato che per fare carriera, ovunque, si devono fare troppi compromessi.
Che per tenere il potere si deve essere più furbi che capaci. E infatti non ho fatto grandi carriere o avuto grandi poteri”. Ammette che vorrebbe essere sardo. «Frequento la Sardegna da quando avevo sette anni. Son tornato tantissime altre volte, penso che quest’isola sia un gran bel posto, soprattutto per i sardi.
La Sardegna è una terra colta, qui si respira cultura anche nei paesini più impervi e sperduti. Certo, ci sono tanti problemi e i sardi hanno tanti difetti, il primo dei quali non considerarsi per quello che sono, si sottovalutano e si lasciano sfruttare molto. Quando arrivo da Milano ogni volta mi sembra di essere in un mondo nuovo, bellissimo nella sua diversità. Ne sono sempre stato sicuro: la Sardegna è una terra su cui vale la pena scommettere».