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I primi sessant’anni della Costa Smeralda
Il 1962 segna ufficialmente l’anno di nascita di una delle località turistiche più ambite, sognate e ricercate di tutto il mondo. Cinquantacinque chilometri appartenenti al comune di Arzachena
Vegetazione fitta, profumi forti e inebrianti, colori fondenti che sfumano al calare del sole. Cisto, mirto, lentisco, rosmarino, corbezzolo e olivastro, erica e ginepro. Piante basse, robuste, coriacee nate per resistere al vento che arriva dal mare. Piante che piegano il loro corpo seguendo la linea del vento, fino a ricongiungersi con la terra in quelle che diventano forme contorte e astratte.
Il 14 marzo del 1962 nacque il Consorzio Costa Smeralda. Sei i soci fondatori che si riunirono a Olbia, al Jolly Hotel, per stipulare un accordo che sarebbe entrato nella storia e avrebbe cambiato per sempre le loro vite e il percorso di una terra antica conosciuta come Monti di Mola.
John Duncan Miller (rappresentante in Europa della International Bank for Reconstruction and Development), il principe ismaelita Kharim Aga Khan, Patrick Guinnes (produttore di birra), Felix Bigio, André Ardoin, René Podbielski (scrittore).
Nel 1954 Giuseppe Mentasti (proprietario della San Pellegrino) compra l’isola di Mortorio e durante i suoi spostamenti in barca si accorge dell’esistenza di una caletta riparata dal vento. Facendo attenzione alle secche presenti nel mare dai fondali cristallini, resta senza respiro difronte alla bellezza di quel paesaggio incontaminato. Nessuna costruzione, nemmeno una strada. Solo natura e spiagge dalla sabbia rosata. Si informa su quei terreni apparentemente abbandonati e scopre che appartengono, dal 18° secolo, a poche famiglie locali di allevatori, tra i quali gli Orecchioni. Sono ritenute terre di scarso valore perché non adatte al pascolo e, per questo, date in eredità alle figlie femmine.
Mentasti, a partire dal 1954 inizierà a comprare centinaia di ettari di terreni. Il primo acquisto (42 ettari) verrà pagato tre milioni di lire.
Nel 1959 sbarcherà in Sardegna John Duncan Miller con l’intenzione di redigere un rapporto sulla validità del piano anti-malaria. Davanti a quello spettacolo sentirà la necessità, una volta ritornato a Londra, di parlare con alcuni suoi amici. Tra questi c’è il principe Kharim Aga Khan.
Si studia un piano d’azione, un progetto che porti avanti l’idea di un turismo diverso dal solito perché intrecciato con la cultura del posto e con uno sguardo moderno verso la sostenibilità ambientale. Si progettano strade, alberghi di lusso, abitazioni, campi da golf, un porto che può ospitare 700 imbarcazioni. In quella caletta riparata dal vento nascerà il porto della località che, tutti avevano sempre chiamato “Lu Poltu Mannu” e diventerà celebre come Porto Cervo. Il suo primo nucleo storico verrà affidato all’architetto Luigi Vietti.
L’architetto Jacques Couelle, invece sarà l’artefice di uno degli hotel più belli del mondo, il Cala di Volpe, un contrasto fra gli interni moderni e luminosi e l’esterno che ricorda un borgo di pescatori. Couelle era particolarmente legato alla forza primordiale della Terra. Per lui le abitazioni dovevano fondersi con la terra e da essa generarsi. Scomparire al calare del sole per poter rinascere ogni giorno appena un nuovo raggio di sole le sfiorava. La casa è come una pianta che cresce, deve essere parte della Natura. Per questo userà materiali del posto: granito, legno contorto, travi a vista. Tipiche della Costa Smeralda saranno le linee curve e morbide che avvolgono e proteggono i loro ospiti, i colori caldi che sfumano senza contrasti.
René Podbielski, eccentrico scrittore nato a Danzica, e sua mogli Gisèle, saranno tra i primi turisti dei Monti di Mola e se ne innamorarono. Passarono l’estate del 1961 in uno stazzo di Liscia di Vacca senza luce, telefono, acqua calda. L’esperienza fu talmente coinvolgente che decisero di comprare alcuni terreni e lo stazzo che diede il via al loro amore per la Sardegna, alla fine degli anni ’60, divenne la discoteca Pedro’s. Alla loro morte vennero sepolti, per loro volontà, nel piccolo cimitero di Santa Teresina, tra Porto Cervo e Arzachena. Nel cuore selvaggio di una terra che avevano vissuto e respirato.
Nel 1963 il principe ismaelita crea la compagnia aerea Alisarda (che diventerà Meridiana) proprio per dare ai primi turisti un servizio impeccabile. Nel 1967 fonda lo Yacht Club Costa Smeralda nel quale, ancora oggi, esercita la sua influenza e considerando il fatto che il Presidente è sua figlia, la Principessa Zahra. Aga Khan costruì in Costa Smeralda un’estensione del suo regno, un regno che avrebbe voluto espandere ma che le lentezze burocratiche e gli scontri con la politica locale bloccarono definitivamente. Ciò che lo spinse a frequentare, negli anni, quell’angolo di Paradiso nonostante le divergenze con gli esponenti politici fu il suo sconfinato amore per quelle terre e i suoi abitanti.
Perché proprio “Costa Smeralda”? Il nome deriva da Esmeralda Mentasti, la figlia di Giuseppe. Si decise semplicemente di cancellare la “E” per evitare un suono spagnoleggiante.
Le linee tondeggianti della candida chiesetta di Stella Maris si affacciano sul porto. Mantiene la semplicità dello stile neo Mediterraneo voluto dall’architetto Michele Busiri Vici. Spicca da lontano mentre la luce disegna chiaroscuri sulle sue pareti.
La Costa Smeralda resta il sogno di un gruppo di amici che portarono con loro mille contrasti. Quegli stessi contrasti che ancora oggi si fondono in quella natura selvaggia che avvolge, come volle Couelle, un mondo fuori dal tempo.
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