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Con la testa all’insù, gli equilibristi del cielo sbarcano nel blu della Sardegna
di Paolo Salvatore Orrù
Se qualcuno vuol fare slacklining può decidere di imitarli passeggiando con loro fra gli affascinanti calcari di Cagliari, fra le aspre cime di Ulassai, sulle cascate di Villacidro, sopra il granito di Capo Testa, sulle spettacolari scogliere di Cala Domestica o sul basalto di Cornus. Non fatelo da soli, la squadra di SardiniaSlackline vi saprà dare la “spinta” giusta
C’è chi sogna il cielo in una stanza, c’è chi, invece, il cielo lo vuole accarezzare con le sue mani. La Slackline consiste nel camminare su fettucce di poliestere o nylon, messe in tensione fra due punti fissi a poche decine di centimetri da terra. Detto così, si può provare. Il bello viene però dopo, perché qualcuno, evidentemente poco avvezzo alla paura e alle vertigini, ci ha voluto aggiungere qualcosa di suo.
Insomma, a qualcuno il giochino effettuato rasoterra non basta. “Lo sport che pratichiamo si chiama Highline ed è una variante della Slackline, che letteralmente significa linea lasca”, ci ha detto Marcello Gabrielli, medico (si sta specializzando in anestesia e rianimazione), uno dei primi a praticare in Sardegna questo sport poco conosciuto, ma evidentemente piuttosto adrenalinico. Ecco che cosa è cambiato nella variante più estrema di questo sport: “Nel corso degli ultimi anni si è passati dal camminare con difficoltà su linee lunghe qualche decina di metri (50-70), a quelle di qualche chilometro, come nel caso del record del mondo di Highline, appena conquistato in Norvegia, con l’incredibile risultato di due chilometri e settecento metri percorsi da un gruppo di atleti provenienti da tutto il mondo”, dice.
“L’uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine”, ha scritto Montale. Meglio uscire allo scoperto, misurarsi. Se qualcuno in Sardegna vuole giocare insieme a questi prestigiatori dell’aria può seguirli (o solo ammirarli) mentre stanno in equilibrio fra gli affascinanti calcari di Cagliari (sospesi fra cielo e mare nella zona di Cala Fighera), fra le cime aspre di Ulassai, le cascate di Sa Spendula (Villacidro), il granito di Capo Testa (Santa Teresa di Gallura), le scogliere di Cala Domestica (Buggerru), il basalto di Cornus (Cuglieri). Luoghi magici, speciali. “Preferirne uno agli altri sarebbe un sacrilegio. Sono tutti nei nostri cuori”. Tutto nasce al parco, fra due alberi, dove si inizia ad imparare una nuova forma di equilibrio dinamico. I primi “untori” sardi di questa disciplina sono Filippo Serra (Phil GreenHouse), Andrea Palmas, Alessandro Piredda, Matteo Sanna, Claudia, Giovanni Mura e Alex Giglio. “Noi siamo una squadra, l’Highline senza gruppo non può esistere”, sostiene Marcello, “perché serve un team per montare, smontare e progettare”.
Pare che le prime forme di slackline siano comparse nello Yosemite Park in California. “Lì gli arrampicatori, in attesa delle condizioni idonee per affrontare le strabilianti scalate sul granito di El Capitan, ingannavano il tempo camminando sul “filo” fra gli alberi del campo base”, spiega l’atleta che, per non perdersi nulla, è anche diventato un parapendista. Il legame fra l’arrampicata e la slackline è sempre stato molto stretto. La passione per l’altezza, gli spazi aerei e la sfida con se stessi, nel giro di qualche anno ha inevitabilmente portato la slackline in alto, sulle cime delle montagne. “In Italia le prime tracce di questa disciplina risalgono al 2010. Si tratta di una disciplina giovane ed in continua evoluzione. In Sardegna, le prime linee sospese nel vuoto, sono state installate 4-5 anni fa ad Ulassai in occasione del festival di arrampicata e Highline. Da allora un gruppo di amici ha iniziato ad allenarsi e a montare le proprie “linee” in giro per l’Isola”. Il movimento cresce. I numeri sono piccoli ma la passione è sempre accesa ed è più forte di un tempo.
Il corpo ti chiede di rimanere sul solido della terra, il cuore ti esorta a provare. Con la mente rivolta all’Infinito. In mezzo il vuoto. Ecco, la paura deve essere questa cosa qui. “In attesa di fondare ufficialmente l’associazione Sardinia Slackline, il nostro gruppo è sempre attivo e a caccia di nuove ambientazioni incantate, che solo questa splendida isola sa offrire. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare le meraviglie della Sardegna e farle conoscere anche a chi è lontano. In questo i social network ci danno una mano. Grazie a Facebook e Instagram le nostre foto possono raggiungere anche gli appassionati più lontani”.
Non è un caso se negli ultimi due anni, la Sardegna è stata scelta da atleti internazionali come meta di allenamento invernale. Il confronto con queste realtà esterne ha agito da volano per Sardina Slackline. “Ci piacerebbe poter organizzare un Highline Meeting, per condividere con chi ancora non ha avuto la possibilità, i nostri splendidi “spot”. Quando fra di noi discutiamo sulla scelta del luogo ideale, ci troviamo in grande difficoltà”, commenta Marcello.
Infine qualche dettaglio tecnico per rassicurare il lettore. La Highline è uno sport che si pratica nel rispetto delle più stringenti norme di sicurezza. Nulla è lasciato al caso. “L’atleta è sempre assicurato con sistemi di protezione individuale. Le installazioni prevedono ampia ridondanza dei punti di ancoraggio. Nel caso di cedimento di una delle componenti, sono sempre presenti altri elementi di sicurezza che entrano in azione”. La vita a volte sembra solo una tela vuota che aspetta solo di essere colorata. E a volte siamo ciò che dipingiamo, il buio dell’infelicità, la luce della gioia: i giovani dello Slackline dipingono il rosso-adrenalina.