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Euro 2020: Anche i sardi Barella e Sirigu sul trono d’Europa!
Il centrocampista dell’inter e il portiere del Torino fanno festa a Wembley. Donnarumma decisivo ai calci di rigore! 15 anni dopo Germania 2006 l’Italia torna ad alzare un trofeo. Che colore ha la felicità?
L’enfant prodige di Jesi ce l’ha fatta.
È successo davvero e anche questa volta i rigori un tempo matrigni, quelli che ci hanno fatto soffrire in passato e che ci sono costati l’estromissione da tre mondiali, dopo la sofferta semifinale con le mai dome Furie Rosse spagnole, hanno parlato ancora azzurro. Quello che doveva essere solo un sogno di mezza estate è diventato realtà in terra d’Albione. La Nazionale di Mancini godeva di buone credenziali e i favori del pronostico, tutto lasciava presagire un certo ottimismo dopo le buone prove nel girone iniziale e i complimenti incassati dalla stampa di tutta Europa ma la conquista dell’Europeo è il giusto coronamento di un percorso che ha visto trionfare l’Italia nel prestigioso stadio di Wembley a 53 anni dal primo e unico titolo europeo celebrato a Roma nell’Olimpico festante, a 3 anni e 8 mesi da quella maledetta notte di San Siro contro la Svezia, che ci aveva estromesso dal mondiale in Russia nel 2018. Si è dovuto ripartire praticamente da zero, affidando a Roberto Mancini il difficilissimo compito di ricostruire la credibilità della nazionale, bistrattata e umiliata e dopo la debacle della gestione Ventura.
Mister Mancini ha puntato tutto sui giovani e il bel gioco: ma è stata la voglia di riscatto della maglia azzurra, che da sempre fa sognare milioni di italiani, il leitmotiv del trionfo. Dopo tre anni, possiamo dire che il lavoro del mister è stato abbondantemente ripagato. In questo mese e mezzo in giro per l’Europa, abbiamo di nuovo sentito addosso questa maglia e rivissuto le suggestioni di quelle Notti magiche che hanno segnato gli appassionati trent’anni fa. Abbiamo pure riscoperto di nuovo un certo orgoglio quello di sentirci italiani, di essere parte di una delle nazioni più importanti al mondo dopo anni di magre figure non solo calcistiche; nel post 2006, se escludiamo la buona gestione-Conte, la nazionale era cristallizzata nell’esaltante semifinale di Euro2012 con i tedeschi prima di schiantarsi con la schiacciasassi spagnola.
Ma l’impressione era quella che gli inglesi, per la legge dei grandi numeri, questa volta potessero farcela sospinti dal pubblico amico e dall’incandescente vigilia; ma alla fine è stato un delirio tricolore, una festa che aspetta di essere celebrata a Roma: sì, quell’emozione che mancava da 15 anni, da quel Mondiale del 2006, vinto in Germania ancora vivo e fresco nella memoria ma che aveva bisogno di una replica. sopratutto ora, dopo l’annus horribilis vissuto con l’incubo della maledetta pandemia legata al Covid-19.
È stato l’Europeo dei “vecchietti” Chiellini e Bonucci, del predestinato Gigio Donnarumma, dei fantastici 4 Jorginho, Barella, Verratti e Locatelli, del “tiro a giro” di Lorenzo Insigne, della caparbietà e voglia di vincere e non mollare mai di Chiesa, delle discese devastanti sulla fascia devastanti dello sfortunato Leo Spinazzola. È stato un Europeo vinto per tutti quelli che hanno sofferto in quei mesi terribili che sembravano non avere mai fine; per tutti quelli che non ce l’hanno fatta; per i giorni passati a sentire i bollettini di guerra alla TV. È stato l’Europeo del riscatto calcistico per il nostro paese e per tutti noi italiani, che nelle difficoltà, riusciamo sempre a dare il meglio di noi stessi.
La partita:
La partita è subito in salita. Il tecnico inglese Southgate sceglie la difesa a tre come contro la Germania e consente a Trippier di sovrapporsi a Sterling, dirottato a destra nella zona di Emerson Palmieri. E proprio da Trippier, al primo affondo, che arriva un cross lungo che aggira la nostra difesa e trova bene appostato sul secondo palo Shaw, che con un tiro sporco ma efficace, rompe l’equilibrio dopo appena due minuti. Il gol è una vera mazzata. Ma pian piano, con il passare dei minuti riusciamo a riprendere il controllo del pallone, anche se con un palleggio lento, senza qualità e senza nessun movimento senza palla, con il solo Chiesa che è vivo e ci prova con un paio di iniziative solitarie, senza però riuscire ad incidere. Nel secondo tempo avviene la trasformazione. È un’altra Italia, spavalda, coraggiosa, determinata, pungente. Mancini cambia in fretta, inserendo Cristante per lo spento Barella in modo da dare maggiore fisicità al centrocampo e Berardi per lo spento Immobile, mai dentro la partita. Il tridente dei “piccoletti”, funziona e gli inglesi vanno in netta difficoltà. Pickford salva sul tiro ravvicinato di Insigne e sul tiro a giro di Chiesa, prima di arrendersi sulla conclusione ravvicinata di Bonucci dopo il palo sull’incornata di Verratti. Ora gli azzurri non danno punti di riferimento e Wembley e i 60mila inglesi hanno paura.
Si va ai supplementari. Belotti entra al posto di Insigne. A metà del primo supplementare Sterling parte in contropiede dopo un rimpallo fortuito, e Chiellini è provvidenziale in scivolata. Mancini fa entrare Locatelli al posto di Verratti, esausto. Southgate inserisce Grealish a sinistra e sposta Sterling a destra. Succede poco altro e al 118′ entra Florenzi al posto di Emerson Palmieri. Southgate inserisce invece i rigoristi Rashford e Sancho. Dal dischetto l’Italia tira per prima ma sbaglia anche per prima (con Belotti) come era successo con la Spagna, ma alla fine però vince quasi alla stessa maniera. Proprio Rashford e Sancho tradiscono Southgate.
Ancora Jorginho ha avuto tra i piedi decisivo, come in semifinale, ma questa volta è stato sfortunato: il tiro deviato da Pickford ha finito la propria corsa sul palo. Questa volta però, ci ha pensato Gigio Donnarumma, che ha neutralizzato il tiro di Saka, regalandoci la coppa e prendendosi anche il premio come miglior giocatore degli Europei.
Italia (4-3-3) : Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri (117′ Florenzi); Barella (54′ Cristante), Jorginho, Verratti (96′ Locatelli); Chiesa (85′ Bernardeschi), Immobile (54′ Berardi), Insigne (90′ Belotti).
A disp: Meret, Sirigu, Florenzi, Toloi, Acerbi, Bastoni, Locatelli, Cristante, Pessina, Bernardeschi, Belotti, Berardi.
Ct: Roberto Mancini.
Inghilterra (3-4-2-1): Pickford; Walker (119′ Sancho), Stones, Maguire; Trippier (70′ Saka), Phillips, Rice (74′ Henderson) (119′ Rushford), Shaw; Mount (99′ Grealish), Sterling; Kane
A disp.: Ramsdale, Mings, White, James, Grealish, Henderson, Foden, Bellingham, Sancho, Rashford, Calvert-Lewin.
Ct: Gareth Southgate.