Festival delle Bellezze, lunedì 23 dicembre ritorna il Cine-concerto
C’è un po’ di Sardegna su Marte
La maxi antenna di San Basilio segue e registra “l’ammartaggio” di Perseverance
Il rover Perseverance della Nasa è appena sbarcato su Marte e con lui arrivano le prime immagini del pianeta rosso.
Tanta è stata l’attesa e il lavoro svolto dai numerosi tecnici aerospaziali. Il viaggio iniziato 7 mesi fa ha portato il rover a raggiungere la superficie di Marte che verrà osservata e campionata per poi essere spedita nello spazio e raccolta da un vettore spaziale nei prossimi anni.
Fondamentale è stato l’apporto del Sardinia Deep Space Antenna (Sdsa), unità scientifica dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Si tratta di una grande antenna puntata verso il cielo e situata a San Basilio, a circa 40 km da Cagliari.
La Sdsa, già operativa da qualche anno, ha fin da subito contribuito a captare e trasmettere segnali nello spazio come supporto alle missioni spaziali. Ora, attraverso gli accordi tra Asi e Nasa, l’antenna fornisce servizi di comunicazione e navigazione per le sonde interplanetarie così come è avvenuto questa sera con Perseverance in fase di sbarco su Marte. Il Sardinia Radio Telescope (Srt) dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) ha infatti ricevuto e registrato i segnali del lander anche durante la delicatissima fase compresa tra l’entrata nell’atmosfera marziana e il touchdown, i cosidetti sette minuti di terrore.
Attraverso una tecnica di interferometria astronomica, utilizzata in radioastronomia (Very Long Base Interferometry), l’Srt osserva lo stesso segnale emesso da una radiosorgente da parte di più radiotelescopi. Utilizzando dei calcoli, è possibile collegare i vari telescopi e creare un unico grande sitema virtuale, così come sta avvenendo in Italia: il Sardinia Radio Telescope è infatti l’elemento più avanzato tecnologicamente della rete interferometrica europea (EVN).
Entrando nel programma della Nasa, il telescopio può ora captare i debolissimi segnali inviati dai satelliti, sorvegliare i detriti spaziali e seguire i progressi marziani di Perseverance.
Foto: Inaf
