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Coronavirus, il lockdown di discoteche e intrattenimento
Per tutta l’estate sono state additate come il Male assoluto, come un contenitore di virus, come i luoghi che avrebbero portato il paese al collasso
Sono le discoteche, un giro d’affari di quasi due miliardi di euro, rappresenta il 20% del totale dell’industria del divertimento. Sono numeri importanti, con un indotto che va dal bar tender, all’addetto alla sicurezza e coinvolge musicisti, tecnici. Quest’anno il lockdown ha drammaticamente inciso sul sistema, e la stagione è stata cortissima, se si pensa che appena a metà agosto erano già chiuse per l’elevato numero di positivi registrati tra i vacanzieri.
Abbiamo incontrato Piero Muresu, presidente provinciale SILB (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo), che da sola rappresenta il 90% delle imprese del comparto; inoltre Muresu, oltre ad essere uno dei soci di una delle discoteche più famose del nord-ovest (il Blu Star di Ossi), gestisce un locale nel centro di Sassari.
Signor Muresu, come è andata la stagione del Blu star?
Il Blu Star non ha proprio aperto, ad oggi ricevo solo bollette e conti da pagare. Quando ci siamo accorti di tutte le disposizioni relative al nostro settore ho capito che sarebbe stato impossibile per noi lavorare cercando di rispettare alla lettera la normativa, quindi abbiamo fermato la macchina. Un danno economico importante, un colpo per l’occupazione di ragazzi e ragazze, e non è stata una decisione facile.
Altri non hanno voluto o potuto fare questa scelta, e per molti mesi le discoteche hanno subito un processo mediatico, ma è ormai evidente che tutte le riaperture, scuole comprese, stanno complicando un quadro di difficile gestione. Come ci si sente sul banco degli imputati, signor Muresu?
È stato facile sparare sulle discoteche. Non voglio difendere alcune realtà che non hanno ottemperato alle prescrizioni, tanto che noi abbiamo proprio deciso di rinunciare. Ma a corollario non c’è stato nessun controllo sugli arrivi, per esempio. I controlli non ci sono stati affatto o sono stati insufficienti. Sono stato in vacanza in una nota località balneare e gli assembramenti ai tavolini sino a tardi li abbiamo visti tutti, come tutti abbiamo visto persone senza mascherina. C’è stato molto lassismo, soprattutto è mancato chi doveva assicurare l’ordine pubblico.
Nemmeno prima dell’avvento del virus avete avuto buona fama
Da qualche anno sui locali da ballo si abbatte la scure dell’opinione pubblica. Droga, alcool, violenza, ci accusano di tutto. Scontiamo il fatto di molto abusivismo e di alcune realtà di imprenditori non formati che aprono con molta facilità. La discoteca è un mondo sano, se gestito con accortezza. Il problema è che dobbiamo cambiare abitudini, vivere il divertimento con un’altra scansione temporale. Oggi si fa nottata nei bar, si beve, e solo dopo le due del mattino si va in discoteca. Quindi la clientela giovanissima arriva già con un carico alcoolico elevato, mentre noi per legge dopo le tre non possiamo vendere alcolici.
Ci sta dicendo che i bar le fanno concorrenza sleale?
No, non potrei dirvi una cosa del genere, sono barista anche io. Affermo che molto probabilmente se un giovane andasse in discoteca almeno due-tre ore prima sortiremo un doppio effetto. Libereremo la città dal chiasso che inevitabilmente questi locali portano con sé, consentendo ai cittadini di riposare. Iniziare in discoteca alle due-tre del mattino è una complicazione inutile, oltre che un sicuro danno economico. Si può convivere benissimo con orari diversi. E forse anche persone più adulte ritroverebbero il piacere di fare quattro salti. Non è solo un nostro problema: anche chi fa concerti rock, per esempio, è costretto ad esibirsi dopo “il giro dei bar”, quindi ben oltre la mezzanotte.
I suoi colleghi ristoratori auspicano che con le limitazioni orarie i clienti anticipino l’ora di cena
Concordo con loro, si tratta semplicemente di cambiare abitudini. Tutti ne trarremo beneficio e potremo tornare a fare il nostro lavoro, in sicurezza, cercando di mantenere i livelli occupazionali. Ma ci vuole il concorso di tutti: clienti, istituzioni, organi preposti ai controlli.
Buongiorno a tutti, abbiamo riflettuto tutta la notte sull’opportunità di aprire o meno la Discoteca Blu star, il…
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Pubblicato da BluStar DolceVita su Venerdì 6 marzo 2020