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La visita di Papa Karol Wojtyla a Sassari /12
Dedico questa storia a Giorgio Pisano, uno dei giornalisti più brillanti della scuola dell’Unione Sarda. La cronaca del grande evento aveva causato uno screzio tra di noi. Lo superammo qualche tempo dopo. Non ci fu necessità di molte parole. Mi chiese scusa per l’incidente non voluto poi ci abbracciammo. Da allora tra di noi ci sono stati solo stima e amicizia. Purtroppo Giorgio è morto prematuramente nell’agosto del 2016. Aveva 66 anni. Caro Giorgio, raccontando pubblicamente la nostra storia spero di strappare un sorriso anche a te. Ti abbraccio
Nel maggio del 1985, a sette anni dalla sua elezione, Papa Karol Wojtyla decise di visitare la Sardegna. Dopo il bagno di folla che lo aveva accolto a Cagliari nella piazza antistante la Chiesa di Bonaria, un elicottero lo portò a Sassari dove erano previsti l’incontro con fedeli e autorità in Piazza d’Italia e la celebrazione della Santa Messa allo stadio comunale. La telecronaca dell’evento dalla piazza era stata affidata e me.
A poco meno di un’ora dall’inizio del collegamento dalla regia si accorsero che nessuno aveva pensato ad allestire la postazione del giornalista. Tra l’altro era una giornata caldissima. Ricordo i momenti d’ansia che ne seguirono. Improvvisamente mi venne in mente che all’interno del Palazzo della Provincia c’era un bar di cui conoscevo il titolare. Lo raggiunsi di corsa e gli chiesi aiuto: “Ho bisogno di un tavolino e di una sedia per la diretta, mi può dare una mano?”. Dieci minuti e il problema era risolto. Non era il massimo dell’eleganza ma tanto eravamo al centro della piazza, di fronte alla scalinata della Provincia, quasi nascosti da una folla enorme.
Sentivo di essere emozionato. Erano passati appena tre anni dal mio ingresso a Videolina e la mia esperienza di telecronache in diretta erano limitate alla Cavalcata Sarda e alla Torres. Mi ero preparato bene sui contenuti della visita del Papa. Raccontai l’essenziale, diedi il giusto spazio all’intervento del pontefice, un po’di vivo alternato alla telecronaca e le notizie sulla seconda parte della visita di Wojtyla per la Messa prevista in tarda mattinata allo stadio comunale. Conclusi il collegamento in un bagno di sudore ma soddisfatto. Tutto era andato bene.
Il giorno apro L’Unione Sarda e vado a leggere il pezzo sulla visita del Papa. Andai su tutte le furie. Giorgio Pisano, firma di punta del quotidiano, descriveva la postazione della diretta di Videolina più o meno con queste parole: “In mezzo alla folla che gremisce la piazza spicca il telecronista di Videolina protetto da un’ombrellone da bar. Una sorta di spot contro il logorio della vita moderna”. Ma cosa scrive questo stronzo? Come si permette? Deve raccontare la visita del papa a Sassari e fa lo spiritoso prendendo in giro un collega? Lo cercai al telefono in redazione. Non lo conoscevo personalmente. Mi risposero che aveva alcuni giorni di ferie. Allora rimediai un bigliettino da visita e gli scrissi queste parole: “Un inviato del suo livello che sfotte un collega, in piazza come lei per fare il suo stesso lavoro, credo abbia qualche problema. Che sia il logorio della vita moderna?”. Chiamai un amico che lavorava a Cagliari e gli chiesi una cortesia: “Riceverai un biglietto e una bottiglia di Cynar. Potresti farli avere a Giorgio Pisano, al L’Unione Sarda?”.
Il messaggio arrivò a destinazione e al centralino ebbero cura della bottiglia che rimase lì in bella vista fino all’arrivo del destinatario. Dopo qualche giorno ricevetti la telefonata di Giorgio. Mi diceva di non capire il motivo della mia iniziativa e il senso del mio messaggio.
“Ho colto uno spunto di colore nella tua postazione e ne ho scritto ma non volevo offenderti. Mi dispiace”. Non incontrai Giorgio per qualche anno. Fino ad una mattina in cui mi trovavo al porto di Porto Torres. Attendevo di imbarcarmi sul battello della polizia penitenziaria per raggiungere l’Asinara. C’erano anche fotografi, operatori e diversi colleghi. Ad un certo punto mi si avvicina un giovane con i baffi e mi dice sorridendo: “Scusi, lei è quello del Cynar?”. Era Giorgio. Ci abbracciammo, ne ridemmo e chiarimmo definitivamente quell’incidente. Era un grande cronista, uno dei migliori che L’Unione abbia avuto. Se n’è andato ancora giovane, improvvisamente. Una grande perdita.