Serie D – Latte Dolce tra gruppo e difesa: coperta corta, ma le soluzioni non mancano
La fiducia non manca: parla il mister Stefano Udassi
Dopo la sconfitta con la Torres, nella prima gara del girone di ritorno, il Sassari calcio Latte Dolce si appresta ad iniziare la sua seconda settimana di lavoro del nuovo anno
La classifica del girone G di serie D oggi conferma la Turris come solitaria capolista a quota 42 punti, seguita in piena zona playoff dalla Torres a quota 38, dall’Ostia Mare (37), dal Sassari calcio Latte Dolce (32) e dal Trastevere (31). Staccate di 5 lunghezze dal quinto posto Latina e Cassino a quota 26 punti. Non sono i numeri che fanno arrabbiare, non certo quelli di un campionato comunque ancora tutto da giocare: non può che essere così. C’è invece da canalizzare e analizzare la sana e necessaria rabbia che deriva da una sconfitta, unita alla consapevolezza delle potenzialità di un team che lontano dalle tensioni, senza mai fare proclami e dopo un 2019 vissuto al vertice sa di poter fare di più, vuole fare di più e deve fare di più. In campo e in allenamento. Nessuno si risparmia, nessuno tira i remi in barca, l’impegno c’è e non ci sono colpevoli o dita puntate. Oltre all’unità di intenti, c’è però un’altra esigenza: serve andare oltre. Oltre il limite e oltre l’impegno. Serve trasformare le potenzialità in concreta realtà.
Stefano Udassi, allenatore del Sassari calcio Latte Dolce: «Non ci piace perdere. Non ci è mai piaciuto. Ma non cerchiamo alibi, non ne abbiamo mai cercato. A prescindere dalla partita giocata domenica scorsa, a prescindere dai numeri della classifica, a prescindere da quanto abbiamo fatto e dall’idea su cui poggia il progetto societario biancoceleste abbiamo comunque il dovere di invertire la rotta, di ritrovare l’approccio e il rendimento di inizio campionato. L’atteggiamento che ci rendeva speciali. La società ci è vicina, non ci fa mancare nulla ma, soprattutto, non ha mai fatto mancare il suo supporto. La sua presenza. La sua fiducia.
Attraversiamo un momento complicato, ma non siamo soli. Le sconfitte sono un brutto boccone da digerire per chi fa calcio ma fanno parte del gioco. Affrontarle sapendo di avere una dirigenza alle spalle che ti incita a ripartire ma non ti schiaccia è quanto di meglio si possa chiedere. Dico e diciamo grazie alla dirigenza per questo, ma ora serve dare un segnale. Una risposta. Vogliamo farlo e impiegheremo ogni singolo minuto del tempo trascorso in campo ad allenarci e poi giocare per fare sì che ciò accada. Non sono banalità o frasi fatte, è ciò che dobbiamo fare. Ciò che volgiamo fare. Dobbiamo assumerci delle responsabilità, io come mister e tutti i ragazzi come parti integranti del gruppo. I più grandi, soprattutto, devono essere ancora di più esempio per i giovani e segnare il passo proprio nei momenti in cui la situazione si fa difficile, ma non certo impossibile. So quanto valgono, li ho scelti e ho piena fiducia in ognuno di loro, ma proprio per questo chiedo che mostrino e dimostrino ciò che sono e quanto valgono sul campo.
Devono dare un esempio ai nostri giovani, ho detto. Giovani su cui continuiamo a scommettere e che continuano ad essere elemento fondamentale del progetto calcistico biancoceleste. L’anno scorso abbiamo preso un importante premio valorizzazione e Settore Giovanile e Scuola calcio hanno messo in bacheca importanti riconoscimenti che certificano la bontà del lavoro svolto. Gran parte dei fuori quota che giocano in prima squadra sono prodotto del nostro vivaio, penso fra gli altri a Pireddu, Gadau, Piga e Tuccio ad esempio. E ci sono 3/4 giovani del 2003 che vengono convocati e si allenano quotidianamente con la prima squadra. Domenica scorsa ha esordito in serie D il 2002 Alessio Pinna, come già accaduto in precedenza a Ubertazzi e Andrea Usai. I ragazzi che vengono dati in prestito rappresentano per noi un investimento in esperienza e crescita, il mio rapporto con il responsabile del Settore Giovanile Gabriele Setti è continuo e costante, la società ha posto lo sviluppo e crescita del vivaio come punto fermo del suo agire: i giovani sono risorsa preziosa di cui ci prendiamo cura, sappiamo benissimo quanto sono importanti e quanta cura e attenzione dedichiamo al loro percorso, a più livelli».